La scintilla e il debutto di “Napoli Comicon”

Nella versione più lunga, invece, possiamo permetterci di ricordare che siamo alla metà degli anni Novanta. Una fase di grande fermento culturale ma anche di profonde trasformazioni generazionali. Nel mondo del fumetto autori come Andrea Pazienza e Attilio Micheluzzi non ci sono più da una manciata di anni, e a Napoli, dove erano stati protagonisti di una felice stagione di festival e fiere, hanno lasciato un vuoto culturale che si fa sentire.

La passione per la Nona arte muove il venticinquenne Claudio Curcio, titolare della fumetteria Infinity con la quale prova a movimentare le acque stagnanti della cultura fumettistica in città, invitando autori, gestendo riviste, organizzando qualche incontro. La stessa passione che lo spinge a frequentare molti festival, a partire dalla storica Lucca Comics, da cui torna immancabilmente con l’idea di voler realizzare anche nella città partenopea un evento di fumetti, guardando - sin dal nome che sarà poi scelto! - anche a esperienze d’oltreoceano. E abbozzando obiettivi persino più ambiziosi per quanto riguarda l’offerta culturale e di approfondimento. La scintilla creativa, l’idea e il sogno di lanciare un evento “Napoli COMICON”, hanno preso forma.

Come fare, cosa fare?

La fumetteria Infinity diventa una sorta di centro per il reclutamento di volontari da mettere all’opera intorno a questa idea. Sono clienti, ormai abituali frequentatori del negozio anche solo per incontrarsi e condividere informazioni (pre-Internet, ovvero spesso parziali e imprecise…), ma anche disegnatori, autori, studiosi, qualche giornalista e qualche redattore editoriale. E molti semplici lettori.

A tutti costoro Claudio propone di attivare le proprie competenze per un evento importante, che avrebbe dovuto partire con il piede giusto, con un’idea diversa, con un elemento distinguibile. Il nome Napoli COMICON, il primo logo (omaggio di Stefano Mandolese), la grafica, il programma, la promozione: tutti prodotti del lavoro volontario di questi/e ragazzi/e. Ma l’ingrediente distintivo fu la location, individuata in Castel Sant’Elmo, il punto più alto di Napoli, ma anche il più lontano nella percezione degli abitanti e dei turisti, che ne hanno a lungo sottovalutato le potenzialità. Le intuì invece l’allora Soprintendente ai Beni Artistici e Storici Nicola Spinosa, che con lungimiranza comprese che affidare un monumento storico a un pugno di appassionati di Batman (e di Lorenzo Mattotti, e di Art Spiegelman, e di…) avrebbe potuto portare tanti volti giovani in un maniero del Quattrocento.

Nell’ottobre del 1998 quel gruppo di persone realizzò, in un umido ottobre, la prima edizione di Napoli COMICON. E districandosi fra ingenuità logistico-organizzative e mancanza di esperienza (qualcuno di noi passò una notte chiuso in quel Castello medievale, da solo!), ma con ospiti e mostre prestigiose (Lorenzo Mattotti, Joe Sacco, Miguel Angel Martin), offrì un evento culturale memorabile, molto apprezzato dal pubblico e dagli operatori, dai partecipanti e dalla critica.

Una prima edizione splendida e … economicamente fallimentare.

L’affermazione e la (complicata) crescita

La prima edizione di COMICON fu un bagno di sangue che ricadde sulle spalle economiche di ciascuno degli organizzatori, con strascichi finanziari e psicologici durati diversi anni. Chiunque, con un po’ di sale in zucca, si sarebbe fermato lì; e infatti molti lo fecero. Sono ancora vivi i ricordi di quando alcuni membri del gruppo fondatore si ritrovarono, dopo vari mesi, attorno a un tavolo. Claudio, alino e Alina, guardandosi in faccia, si dissero: “beh, riproviamoci!”. E con un manipolo di generosi sconsiderati – Alessandro, Costantino, Antonio, Mariella – lo fecero davvero, ripartendo con una seconda edizione, nel 2000, presso Villa Pignatelli, ospite d’onore il grande maestro del fumetto francese Enki Bilal. E proseguirono ancora, ritornando dal 2001 nella sede “naturale” di Castel Sant’Elmo.

I primi anni Duemila sono stati perciò una fase contraddittoria e difficoltosa per i membri di COMICON. Da un lato c’era il peso delle responsabilità economiche, in bilico tra budget risicati, debiti accumulati da sanare e speranze di sponsorizzazioni e finanziamenti istituzionali che arrivavano con il contagocce e senza garanzie di continuità, costringendoci a “straordinarie” nottate, assenze dalla vita sociale, mesi di pizze per cena davanti allo schermo. Dall’altro, però, restava la fiducia di poter realizzare il grande obiettivo che avevamo sognato: contribuire ad affrancare il Fumetto dalla sua percezione di mero intrattenimento infantile o per fissati, artisticamente debole e poco considerato o curato nelle attività espositive, così come in quelle festivaliere prive di una vera, ricca offerta culturale ed anche didattica.

In questi anni la realizzazione di COMICON fu resa possibile grazie alla possibilità per ciascuno di poter contare su altre entrate – attività vicine al nostro mondo come una libreria, ma anche mooolto distanti – perché nessuno riuscì a vivere del lavoro per il festival per molti anni, oltre un decennio. Ma nel frattempo la grande famiglia dell’Associazione COMICON, dai soli tre partecipanti iniziali, si allargava a tanti amici e professionisti di talento: Alessandro Spinosa su tutti, che per lungo tempo è stato il nostro Direttore organizzativo; e poi Luca Boschi, uno dei massimi esperti internazionali di fumetto, che sin dal 2001 credette nel nostro progetto assumendo il ruolo di Direttore Culturale.

Intanto, il piccolo evento – ma anche il primo – del Sud Italia cresceva in contenuti e mostre, seguendo l’idea di concentrare l’attenzione ogni anno su un “Paese ospite” straniero, che dal 2001 al 2006 ci permise di invitare per la prima volta in Italia artisti da Spagna, America latina, Stati Uniti, Canada, Francia, Belgio, Corea del Sud, Giappone, Gran Bretagna, Germania. E insieme agli ospiti andarono aumentando gli espositori e i visitatori, affermando COMICON come uno dei maggiori festival dedicati al fumetto prima in Italia, poi in Europa, anche grazie a diverse collaborazioni internazionali di altissimo profilo alimentate da quella propensione a fare rete che avrebbe portato alla costituzione nel 2014, per la prima volta, di un Network Europeo dei Festival di Fumetto e nel 2020 di RIFF - Rete Italiana Festival di Fumetto presieduta dal nostro Claudio.

Mentre il festival si consolidava, il desiderio di creare eventi innovativi fece un altro passo avanti importante nel 2006, con una nuova avventura: inaugurammo Gamecon, fiera dedicata ai mondi del gioco che per la prima volta in Italia radunò insieme i settori del videogioco, del gioco da tavolo, del gioco di ruolo e di carte collezionabili, affiancati da esibizioni e raduni cosplay. Fu un’altra fatica, ma anche l’inizio di una nuova fase: trovare un modo per proporre al pubblico del Centro-Sud la possibilità di conoscere e vivere altri settori della cultura pop. E funzionò… finché anche questa crescita si trasformò in nuove difficoltà. La “fatica di crescere” sarebbe toccata anche a noi.

Quando COMICON diventò una Fiera/Festival della cultura pop

Con l’edizione 2009, ormai stabilmente ricca di contenuti e ospiti internazionali, decidemmo di abbandonare la logica del Paese ospite, inventandoci un’idea originale di tema portante: ogni anno, un colore diverso (ciano/blu, giallo, magenta/rosso, nero) da cui farci ispirare per progettare mostre e attività. Operatori e visitatori accolsero bene l’idea, e arrivarono in molti, al punto che dovemmo chiudere gli ingressi a causa dei limiti di capienza di Castel Sant’Elmo. Dalla frustrazione del pubblico e nostra uscimmo con una convinzione: ci serviva più spazio. E la soluzione era una sola.

Il 2010 fu perciò un anno di svolta. Il festival si sdoppiò e, al contempo, unì insieme le sue due anime: COMICON e Gamecon diventarono una cosa sola, ovvero un unico evento svolto in due location. A Castel Sant’Elmo concentrammo le attività legate al fumetto e le proiezioni di film, mentre presso la sede fieristica della Mostra d’Oltremare collocammo gli espositori e le attività legate ai mondi del gioco, del videogioco e del cosplay. Con il 2012 l’evento salutò la “casa” storica di Castel Sant’Elmo, e si installò definitivamente presso la Mostra d’Oltremare, inaugurando alcune novità (come la nascita dell’area Asian Village, o il lancio delle nostre pubblicazioni a marchio COMICON Edizioni) e diventando progressivamente l’evento più ampio in termini di pubblico di tutto il calendario fieristico del Sud Italia.

La maturazione del nostro festival era anche l’effetto di un’evoluzione organizzativa. Finalmente potevamo considerare COMICON il nostro lavoro a tempo pieno, tutto l’anno (riprendendoci anche un mese abbondante di riposo, che festa!), e il gruppo di lavoro aveva deciso con il 2009 di darsi una struttura costituendo la Società Cooperativa Visiona, che avviò le prime assunzioni. Nasce così la forza e la voglia di investire in nuovi progetti: nel 2011 lanciamo Salerno Comicon, vero e proprio spinoff del nostro festival che durerà per quattro anni; e nel 2014 parte VideoGameShow organizzato con ESL Italia, una nuova fiera dedicata al gaming, ai creator e all’intrattenimento digitale che vivrà per cinque edizioni, alcune a Napoli e altre a Milano.

Nel 2015 decidemmo di istituire la figura del Magister, per celebrare degnamente ogni anno un diverso maestro del fumetto italiano, e alla fine del festival arrivammo a un nuovo risultato storico: quota 100.000 visitatori; in quell’anno cominciò la collaborazione di Carlo Cigliano, possiamo dire il primo vero professionista che abbia integrato i nostri ranghi, che con il ruolo di Direttore Commerciale e Marketing ci ha permesso di mettere ordine non solo nei nostri conti, affiancando Antonella Cavaliere (la nostra precisa e affidabile Direttrice Amministrativa), ma anche nelle nostre prospettive di crescita. Con il 2017 ci lasciammo alle spalle tutte le fiere spinoff per continuare a crescere con le attività che avevamo ormai imparato a realizzare al meglio: sempre più mostre di fumetto, esposte in musei e gallerie in Italia e all’estero; e sempre più cura per il nostro grande festival COMICON, che nel 2018 – facendoci un regalo in occasione del suo ventesimo compleanno – arriva a totalizzare 150.000 visitatori. L’anno dopo, rivoluzioniamo l’apparato culturale, convincendo il fumettologo Matteo Stefanelli (conosciuto quasi venti anni prima in un viaggio per una nostra memorabile mostra in Corea) ad assumere il ruolo di Direttore Artistico, con il compito di organizzare l’ormai tentacolare programma del festival e coordinare il lavoro dei curatori delle varie sezioni di cui si compone ormai COMICON.

Tra il 2019 e il 2022 molte cose sono accadute, a cominciare, e abbiamo raggiunto la consapevolezza di un’organizzazione matura. Le nottate si fanno lo stesso, le feste serali si saltano lo stesso, e le responsabilità sono cresciute, però ora tutto si affronta con un altro passo. Nel nostro sottotitolo 2019 è entrato in pianta stabile il termine “cultura pop”: COMICON è ormai uno dei maggiori eventi di intrattenimento crossmediale d’Europa, un “Festival internazionale della cultura pop” il cui cuore continua a battere per il fumetto. Nuovi affermati professionisti sono entrati in squadra: qualche giovanissimo cinquantenne, qualche temprato ventenne, e un sacco di trenta-quarantenni che formano la base del nostro staff vicino ormai alle 20 unità. Nel 2020 il festival si è dovuto fermare per ben due edizioni a causa dell’emergenza sanitaria, ma non ci siamo fermati noi, producendo decine di mostre esposte in tre continenti, e riorganizzando i ruoli interni per farci trovare pronti alla ripartenza.

Nel 2023, per la prima volta, oltre alla classica edizione a Napoli (28 aprile – 1 maggio) COMICON arriva anche a Bergamo con tre giorni di festival (23 – 25 giugno) parte del programma ufficiale della Capitale Italiana della Cultura 2023. E in questa storia, che leggete sul sito interamente rinnovato per celebrare un nuovo inizio, continuiamo a sviluppare il sogno condiviso con Claudio e gli altri fondatori, nutrendolo con la passione che coltiviamo tutti insieme.

La Storia di COMICON, se fosse un fumetto, sarebbe raccontata così:
Soggetto: Claudio Curcio
Sceneggiatura e Dialoghi: alino
Editor: Matteo Stefanelli
Disegni: Luca Boschi

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